Il canale del Corno d'Oro

 Il Corno d'Oro riproduce uno dei punti più interessanti di Ístanbul. Questo canale è lungo circa 7 km, con un'estensione massima di 800 m e una profondità media di 35 m. Nei secoli passati, le sue rive erano uno dei luoghi più stupendi e attraenti della città, tra giardini esotici e lussuose residenze di nobili e dignitari reali. Con il passare del tempo modificò velocemente aspetto, complice anche il fenomeno dell'industrializzazione che vide il proliferare di officine e fabbriche. Un ambizioso progetto di aggiornamento urbana mira a ricondurre la zona al suo antico splendore, avvicendando gli edifici ormai in deterioramento con aree verdi e passeggiate panoramiche.
Passeggiando lungo il Corno d'Oro è possibile intravedere ancora in qualche angolo i resti del grande passato: come il padiglione fatto innalzare all'inizio del '700 da Ahmet III per una delle sue favorite o i resti degli acquedotti bizantini e ottomani. Pur avendo perduto l’influenze di un tempo, la zona mantiene in ogni modo un grande fascino principalmente al tramonto, quando il sole si riflette sugli edifici del quartiere di Galata producendo magiche atmosfere. L'itinerario si snoda lungo la sponda meridionale del Corno d'Oro, partendo da Unkapani Eminónú cadilesi fino a EyGp Sultan Camii,
Il percorso richiede circa cinque ore. Tra un monumento e l'altro è raccomandabile valersi dei mezzi pubblici o di un taxi.
Yeni Camii 
La "moschea nuova" - questa la versione del suo nome - è uno degli edifici che coopera a contraddistinguere in maggior misura la fisionomia della città. Fu l'ultima grande opera dell'età d'oro dell'impero ottomano, cominciata nel 1597 dall'architetto Davut Aga su commissione della sultana Safiye, madre del futuro Mehmet III.
La morte del sultano interruppe i lavori, ripresi diversi anni dopo grazie alla decisione di Turhan Hadice, madre di Mehmet IV (1648-87). Se ne occupò l'architetto Mustafa Aga, che concluse i lavori nel 1663. L'edificio si discerne per la posizione sul Corno d'Oro, vicino al ponte di Galata. La moschea presenta due minareti, ciascuno dei quali è contraddistinto da tre balconi retti da mensole a stalattiti. Le due porte d'ingresso danno accessibilità alla sala di preghiera, che ha pianta quadrata ed è circondata su tre lati da uno snello colonnato marmoreo.
L'interno di Yeni Camii.
Quattro grandi pilastri sorreggono la cupola, che a sua volta poggia su pennacchi sferici di raccordo. I pilastri fungono da punto di appoggio anche per gli archi frontali delle quattro semicupole laterali. Da segnalare l’ornamento delle pareti, interamente rivestite in maiolica con colori che abbracciano tutte le sfumature del blu. I pennacchi, la cupola e le semicupole sono ingioiellati con motivi floreali. Il mihrab è contraddistinto dalla presenza di stalattiti dorate, mentre il minbar, sulla destra, si discerne per la decorazione scultorea con intrecci e rosoni. Di caratteristico interesse, nel centro del cortile porticato, la fontana per le abluzioni, decorata di bassorilievi scolpiti e griglie in bronzo a motivi poligonali.
Padiglione imperiale. 
Chi lo desidera, tramite speciale autorizzazione dell'amministrazione dei beni religiosi può visitare questo padiglione collocato vicino alla moschea, dove il sultano Mehmet IV era solito accogliere i dignitari dopo le funzioni religiose. Presenta una deliziosa decorazione con maiolica di Íznit, legno dorato e vetro dipinto, segno percepibile dell'evoluzione dell'arte turca durante la seconda metà del Seicento. Dietro la moschea spunta un cimitero con molteplici birbe, i tipici monumenti funerari turchi, tra cui quella di Turhan Hadice, di Mehmet IV e di alcuni sultani e prìncipi.
Bazar Egiziano 
Collocato vicino a Yeni Camii,è detto anche "bazar delle spezie".
Sorse nel 1663 per opera di genovesi e veneziani, che vendevano specialmente spezie e profumi. riedificato nel 1943, riproduce uno dei luoghi più particolari di Istanbul per gli odori di spezie e dei vari aromi orientali. Negli ultimi tempi, ai venditori di spezie si sono uniti gli orafi.
Rústem Paia Camii. 
All'uscita dal bazar egiziano trasportandosi su Hasircilar cadilesi, dove si concentrano i venditori di stuoie, si arriva un altro gioiello dell'arte ottomana. Questa moschea fu innalzata da Sinan nel 1561 per volere di Riistem Paia Camii, gran visir e generale del sultano Solimano il Magnifico. Sorge sopra un porticato con botteghe ed empori. Presenta due strette rampe di entrata, tramite le quali si sale a un cortile di forme e proporzioni che ricordano quelle rinascimentali.
L'interno della moschea.
Appare semplice e determinato, sovrastato da una cupola che poggia su quattro pilastri di base ottagonale e quattro semicupole, affrescate con motivi floreali. La sala di preghiera è accerchiata per tre lati da una galleria con soffitti dipinti. La decorazione delle pareti, occupate di piastrelle in ceramica invetriata, fu concepita dai migliori artisti dell'epoca nell'atelier imperiale e conseguita a Íznik, considerato il centro più rilevante per la produzione delle ceramiche turche. Rústem Paia è anche l'unica moschea in città a essere totalmente ornata da questi gioielli dell'artigianato d'arte.
Kanli Kilise
Detta anche Panaghia Mougliotissa - S. Maria dei Mongoli -questa chiesa faceva parte di un convento fondato nel 1261, quasi certamente da Michele Dukas. Nel 1266 soffrì il primo intervento di ampliamento, mentre nel 1282 divenne proprietà di Maria Paleologhina, figlia naturale di Michele Paleologo, che ne mo¬dificò ulteriormente la struttura. Il suo nome significa "chiesa del sangue", a ricordo delle battaglie di cui questa zona fu teatro durante la presa di Costantinopoli. 
Gli interventi di allargamento hanno modificato l'impianto originario dell'edificio, di cui si mantengono il nartece e il muro di cinta, sul quale si nota un rilievo scolpito del Cristo. All'interno spicca, fra le pareti intonacate, un bel mosaico raffigurante la Theotokos 
Aghiasma di S. Maria delle Blancherne 
Posta di fronte ad Ayvansaray Kapi, sul lato opposto di Demirhisar cadilesi, è la vasca dove gli imperatori andavano spesso a purificarsi. Vi si entra tramite un portone in ferro che inizia in un grazioso giardino. Il rito di purificazione incaricò dai tempi di Giustino I un particolare significato il 15 agosto, data del viaggio alla chiesa della S. Cassa, dove secondo la tradizione erano conservati gli abiti della Vergine.
Eyúp Sultan Camii 
Si trova in vicinanza del fulcro del Corno d'Oro, passato il ponte di Fatih, e si discerne per i suoi minareti gemelli alti e slanciati. E dedicata a Eyúp, uno dei compagni di Maometto che perse la vita presso Costantinopoli nel corso della prima spedizione zaraba.
La tradizione vuole che la moschea, innalzata sotto il regno di Mehmet il Conquistatore sorga proprio sul luogo di sepoltura di Eyúp, prodigiosamente ritrovato dopo otto secoli.
Le fasi costruttive
La storia dell'edificio è molto affaticata. I lavori di costruzione cominciarono nel 1458; nel 1591, sotto il regno di Murat III, l'edificio fu accresciuto, mentre nel '700, con l'avvento di Ahmet III, furono abbattuti i due minareti e avvicendati con quelli attuali. Il sultano Mahmut I volle aumentare la moschea donandole l'orma del piede di Maometto, preziosa reliquia oggetto di pellegrinaggio che era stata rinvenuta nel tesoro del Serraglio del Topkapi, dove è oggi custodita. Verso la fine di quel secolo, forse in seguito al terremoto del 1766, il complesso cadde in rovina, fino a quando, nel 1798, il sultano Selim III ne ordinò la distruzione e la riedificazione. 
Semplice e di pianta quadrata è l'interno, sovrastato da una grande cupola centrale che si accosta a quattro semicupole, legate da altrettante semicupole più piccole. La struttura è sormontata da sei colonne rotonde e da due pilastri rettangolari.
Tomba di Eyúp
Rappresenta uno dei luoghi sacri per la religione islamica, anticipato solo dalla Mecca e da Gerusa-lemme: molti sono dunque i fedeli che vi convergono, non solo dalla Turchia ma dall'intero mondo islamico. L'entrata è presso uno dei due portali barocchi, raffinatamente decorati, che introducono in un vasto cortile, dove campeggiano due platani e una fontana per le abluzioni. Si passa quindi in un secondo cortile, che per tre lati è ingioiellato da un porticato con volte slanciate e cupolette finemente affrescate.
La tomba di Eyiip ha la facciata decorata con maioliche a soggetto floreale verdi e blu. Le inferriate riportano scritte arabe. Nell'interno, oltre al rivestimento in maioliche blu, è da segnalare la cripta contenente il sepolcro del seguace di Maometto, che si discerne per il prezioso rivestimento in oro. Merita attenzione anche il cancello che protegge la tomba, fatto d'argento e ornato con iscrizione dorate di raffinata fattura. Il verde e il blu ricorrono anche nel rivestimento maiolicato delle pareti interne, arricchito da motivi floreali e geometrici.

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